Teatro Manzoni

Prima di arrivare a quello che conosciamo oggi, il Teatro Manzoni ha passato diverse incarnazioni.

La sua storia pubblica cominciò il 3 dicembre 18721Manzella, Domenico e Pozzi, Emilio, I teatri di Milano, Milano, Mursia, 1971, p. 116, con l’apertura del Teatro della Commedia in piazza San Fedele a Milano. La programmazione era variegata e passava dalla prosa alle letture, dagli spettacoli musicali a quelli di magia, fino alle gare di scherma.

Il 22 maggio dell’anno successivo morì Alessandro Manzoni. In seguito alla scomparsa del grande scrittore, il consiglio di amministrazione decise di intitolargli il teatro, ribattezzato così Teatro Manzoni.

Una programmazione di qualità

La programmazione del Teatro Manzoni era ricca e di qualità, con spettacoli come Kean di Dumas padre con la compagnia di Ernesto Rossi (1873) e attrici leggendarie come Eleonora Duse (la prima volta nel 1881 in Divorçons di Victorien Sardou e negli anni successivi in numerosi altri allestimenti) e Sarah Bernhardt (nel 1882 ne La signora delle camelie di Alexandre Dumas figlio e nel 1899 nell’Amleto di Shakespeare). Rispetto agli inizi, la tipologia di proposta artistica si stava focalizzando soprattutto sulla prosa.

I primi decenni del ‘900 videro il Teatro Manzoni passare attraverso fortune alterne, un po’ per la difficoltà di mantenere sempre un cartellone all’altezza del suo nome e delle aspettative dell’esigente pubblico, un po’ per la concorrenza di altre realtà come l’Olimpia.

La locandina di "Simultanina", spettacolo futurista di Marinetti
La locandina di “Simultanina”, spettacolo futurista di Marinetti

Nel 1918 ne assunse la gestione la Società Suvini – Zerboni, che aveva in mano la maggior parte dei teatri più importanti di Milano.

Nei due decenni successivi, il palco del teatro di piazza San Fedele ospitò La vita che ti diedi La nuova colonia di Luigi Pirandello, Marta Abba interprete de Il gabbiano di Checov, Elsa Merlini protagonista di Una storia d’amore di Paul Géraldy, ma anche la prima di Simultanina (divertimento futurista in 16 sintesi) di Filippo Tommaso Marinetti.

Nel frattempo facevano capolino anche spettacoli leggeri. Triangoli, in scena nel gennaio del ’30, fu la prima rivista recitata da una compagnia di prosa, appunto quella stabile del Manzoni: Ruggero Lupi, Elsa Merlini, Luigi Cimara, Eva Magni, Amalia Pellegrini con l’aggiunta di Anna Magnani.

Gli autori erano Dino Falconi e Oreste Biancoli, gli stessi che l’anno successivo firmarono Le lucciole della città, ancora una rivista, questa volta con Giuditta Rissone, Vittorio De Sica, Umberto Melnati, Pina Renzi, Camillo Pilotto, Ermanno Roveri, Franco Coop, Rocco D’Assunta, Rina Franchetti, con la regia di Guido Salvini. La produzione era della Za-Bum di Luciano Ramo e Mario Mattoli2Falconi, Dino e Frattini, Angelo, Guida alla rivista e all’operetta, Milano, Academia Casa editrice, 1953, pp. 229-241.

Franco Coop, Rina Franchetti, Ermanno Roveri e Giuditta Rissone in "Le lucciole della città" (foto tratta dal volume "Follie del Varietà")
Franco Coop, Rina Franchetti, Ermanno Roveri e Giuditta Rissone in “Le lucciole della città” (foto tratta dal volume “Follie del Varietà”)

In guerra

Quando il fascismo cominciò a mettere il becco anche nelle questioni artistiche, la programmazione del Manzoni si piegò al volere del regime3cfr. sito ufficiale del Teatro Manzoni.

Le ultime recite prima della chiusura videro protagonista Paola Borboni in La vita che ti diedi, L’amica delle mogli Vestire gli ignudi (tutte di Pirandello), nel maggio del 1943. Dal 28 giugno seguente, il teatro chiuse a causa della guerra.

La notte di bombardamenti del 14 agosto 1943 distrusse numerosi edifici di Milano, tra cui diversi teatri4Possenti, Eligio, Teatri da rifare, Corriere della Sera, 25 agosto 1943, p. 2 e anche lo stesso Manzoni5Un’immagine del teatro all’indomani del bombardamento, con la facciata come unico elemento quasi integro dell’edificio, è visibile all’indirizzo www.milanostoriadiunarinascita.it, sito della mostra omonima allestita a Palazzo Morando dal 10 novembre 2016 al 12 febbraio 2017 (ultima consultazione: 18.02.2017)..

Un “nuovo”, contestato Manzoni

Nel dopoguerra cominciò il progetto per un nuovo Teatro Manzoni in via Manzoni 42, all’interno della galleria omonima. L’idea destò qualche malcontento, come testimonia questo articolo molto critico (ma firmato solo X):

Si va dicendo che il nuovo teatro che aprirà nel prossimo dicembre in via Manzoni a Milano si intitolerà Teatro Manzoni. Di primo acchito la notizia non può non far piacere. Dopo il modo ottuso e deplorevole col quale il Teatro Manzoni di piazza San Fedele è stato abbandonato […] è consolante apprendere che almeno l’insegna stia per riapparire. Ma è opportuno che appaia sul nuovo teatro di via Manzoni?

Da nostre informazioni ci risulta che quel teatro sarà prevalentemente adibito a spettacoli di piccola rivista e di “music-hall”. […] Se le cose stanno così […] sarebbe biasimevole e offenderebbe la memoria del nostro grande scrittore e quella del teatro che prima al suo nome s’intitolava.6Anonimo, Giro di riflettore, Corriere d’informazione, 28 ottobre 1949, p.4

Un flano tratto dal Corriere della Sera del 9 ottobre 1968 in cui si si fa riferimento ancora al "Teatro di via Manzoni"
Un flano tratto dal Corriere della Sera del 9 ottobre 1968 in cui si si fa riferimento al “Teatro di via Manzoni – Renato Simoni”

Il “teatro senza nome”

Forse per mettere a tacere queste polemiche, il 20 ottobre 1950 il nuovo teatro venne battezzato Teatro di via Manzoni. Ma anche all’annuncio della serata d’inaugurazione con l’American National Ballet Theatre, alla presenza di Remigio Paone (neo-impresario della struttura) e della madrina Ingrid Bergman, si parlò di “teatro senza nome”7Vergani, Orio, I “più bei nomi” al “teatro senza nome” inaugurato con i Balletti Americani, Corriere d’informazione, 20 ottobre 1950, p.2. Nel ’52 si unì alla nuova denominazione anche l’intitolazione a Renato Simoni. Ci vollero anni perché il nome Teatro Manzoni venisse “digerito” da tutti, tanto che anche per l’intero decennio dei ’60 nei quotidiani ci si riferiva ad esso come Teatro di via Manzoni.

Oggetto di critiche fu anche l’intero contesto in cui si trovava il teatro, ovvero la Galleria Manzoni «con  negozi di lusso, caffè […], un night club, il cinema-auditorium, una rosticceria di stile parigino e la sala teatrale che, nei primi tempi, avrà una porta di comunicazione diretta con il locale notturno, nell’intento di agevolare l’interscambio di pubblico, così come in tempi passati avveniva tra Olimpia ed Eden-Taverna Rossa o Trianon e Pavillon Doré»8Manzella, Domenico e Pozzi, Emilio, I teatri di Milano, Milano, Mursia, 1971, p. 213.

Le scelte di Paone alternavano prosa e spettacoli di rivista. Tra questi ultimi, Perepè perepè con Rascel e Vikie Henderson (1952), La bisarca di Garinei e Giovannini con Billi e Riva, Mario Siletti, Diana Dei e Alba Arnova e Black and White (firmato da Oreste Biancoli, Dino Falcone, Orio Vergani, Garinei e Giovannini) con Marika Abba, gli Step Brothers, Giacomo Rondinella, Stella Nicolic, Enzo Cajafa e Raimondo Vianello9Garinei, Lello e Giovannini, Marco, Garinei e Giovannini presentano: quarant’anni di teatro musicale all’italiana, Milano, Rizzoli editore, 1985, p. 71-75.

Dal ’52 a oggi

Nel ’52 la gestione passò ad Adolfo Smidele, che puntò soprattutto sulla prosa di alto livello, con qualche concessione alla rivista, come nel caso di B, come… Babele (con Nino Taranto, Alfredo Rizzo, Mercedes Mozart, Belle Tildy, Gladys Popescu, Silvana Blasi, Enza Soldi, Aurora Banfi, Toni Ucci, Anna Campori) e Chi è di scena? (di Michele Galdieri, con Anna Magnani, Gianrico Tedeschi, Carlo Giuffré, Andreina Paul).

Nel ’67 fu poi la volta dell’editore emiliano Carlo Alberto Cappelli. Tra i componenti della società che gestiva il teatro ci furono anche Garinei e Giovannini, i quali portarono in modo più sistematico rispetto a prima le loro produzioni del Teatro Sistina di Roma al Manzoni di Milano. Tra queste anche Viola, violino e viola d’amore con Alice ed Ellen Kessler ed Enrico Maria Salerno (1968) e Angeli in bandiera, con Milva e Gino Bramieri (1970).

Questi spettacoli concludono il periodo di riferimento della nostra ricerca, ma chi è interessato al seguito della storia del Teatro Manzoni ha a disposizione la sezione dedicata sul sito ufficiale del teatro.


In cartellone

Selezione10L’elenco, che non ha pretese di esaustività, è compilato sulla base della consultazione dei quotidiani dell’epoca e dei volumi Le stelle del varietà (di Angelo Olivieri e Alberto Castellano, Gremese Editore, 1989) e Sessappiglio, gli anni d’oro del teatro di rivista (di Morando Morandini, Edizioni Il Formichiere, 1978). degli spettacoli di varietà, rivista e commedie musicali in cartellone al Teatro Manzoni di Milano dal 1951 al 1965.

1951
La Bisarca, di Garinei e Giovannini con Billi e Riva, Mario Siletti, Diana Dei e Alba Arnova

1951-52
50 anni di café-chantant, di Luciano Ramo, con Gennaro Pasquariello, Gino franzi, Oreste e Piero Faraboni, Lydia Johnson, Roberto Murolo

1952-53
Quando meno te l’aspetti, di Piero Gherardi, Ugo Galenti, con Umberto D’Orsi, Liliana Simonetta

1953-54
Chi è di scena?, di Michele Galdieri, con Anna Magnani, Gianrico Tedeschi, Flora Torrigiani, Andreina Paul, Mario Siletti, Cesare Danova, Nunzio Gallo
Senza rete, di Alberto Bonucci, con Alberto Bonucci, Paolo Panelli, Monica Vitti, Paolo Ferrari, Francesco Mulè

1957-58
Cicciarand un cicinin, di Angelo Frattini, Attilio Carosso

1958-59
Senza sipario, di Giustino Durano, con Giustino Durano, Lisetta Nava

1959-60
Sim Sala Bim, con Kalanag

1961-62
Anonima merletti, di Bravi, Nelli, con Tino Scotti, Renata Negri

1963-64
365, di Italo Terzoli, Bernardino Zapponi, con Marisa Del Frate, Alberto Bonucci, Raffaele Pisu

1964-65
Italiani si nasce, di Faele, con Gino Bramieri, Marisa Del Frate, Raffaele Pisu
Le sei mogli di Erminio VIII, di Mario Amendola, Bruno Corbucci, con Macario, Gloria Paul, Tonini Nava, Gigi Bonos
Teresa di notte, di Felice Musazzi, con I Legnanesi


 

Note

Note
1 Manzella, Domenico e Pozzi, Emilio, I teatri di Milano, Milano, Mursia, 1971, p. 116
2 Falconi, Dino e Frattini, Angelo, Guida alla rivista e all’operetta, Milano, Academia Casa editrice, 1953, pp. 229-241
3 cfr. sito ufficiale del Teatro Manzoni
4 Possenti, Eligio, Teatri da rifare, Corriere della Sera, 25 agosto 1943, p. 2
5 Un’immagine del teatro all’indomani del bombardamento, con la facciata come unico elemento quasi integro dell’edificio, è visibile all’indirizzo www.milanostoriadiunarinascita.it, sito della mostra omonima allestita a Palazzo Morando dal 10 novembre 2016 al 12 febbraio 2017 (ultima consultazione: 18.02.2017).
6 Anonimo, Giro di riflettore, Corriere d’informazione, 28 ottobre 1949, p.4
7 Vergani, Orio, I “più bei nomi” al “teatro senza nome” inaugurato con i Balletti Americani, Corriere d’informazione, 20 ottobre 1950, p.2
8 Manzella, Domenico e Pozzi, Emilio, I teatri di Milano, Milano, Mursia, 1971, p. 213
9 Garinei, Lello e Giovannini, Marco, Garinei e Giovannini presentano: quarant’anni di teatro musicale all’italiana, Milano, Rizzoli editore, 1985, p. 71-75
10 L’elenco, che non ha pretese di esaustività, è compilato sulla base della consultazione dei quotidiani dell’epoca e dei volumi Le stelle del varietà (di Angelo Olivieri e Alberto Castellano, Gremese Editore, 1989) e Sessappiglio, gli anni d’oro del teatro di rivista (di Morando Morandini, Edizioni Il Formichiere, 1978).