Teatro Fossati

Il Teatro Fossati ospitò a fine Ottocento la prima rivista dialettale di rilievo nel nord Italia: “Se sa minga”.

Si tratta di uno spettacolo fondamentale ed è il motivo per cui, nonostante in parte si discosti dalla nostra ricerca da un punto di vista tematico e temporale, citiamo comunque il Teatro Fossati.

Aperto nel 1859 dall’industriale Carlo Fossati nell’attuale corso Garibaldi, il Teatro Fossati era uno dei teatri diurni di Milano. Una sua caratteristica era la sala aperta verso il cielo e un’intelaiatura di ferro con assi di vetro a fare da lucernario1Canella, Guido, Il sistema teatrale a Milano, Bari, Dedalo, 1966, p. 75.

Nei suoi primi anni, la programmazione alternava il repertorio milanese in dialetto (con interpreti come Edoardo Ferravilla) e un repertorio drammatico a forti tinte (per esempio riduzioni di Zola e drammi di Gor’kij).

Se sa minga

Come dicevamo, nel 1866 il Teatro Fossati ha avuto il primato di ospitare Se sa minga, ovvero quella che viene considerata2Pretini, Giancarlo, Spettacolo leggero: dal music-hall, al varietà, alla rivista, al musical, Udine, Trapezio libri, 1997, p. 106 la prima rivista dialettale di rilievo nel nord Italia.

Copertina dello spartito della rivista "Se sa minga" al Teatro Fossati (conservato al Conservatorio di Musica "Giuseppe Verdi" di Milano)
Copertina dello spartito della rivista “Se sa minga” al Teatro Fossati (dall’archivio del Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano)

Con testi di Antonio Scalvini e musiche di Antônio Carlos Gomes, Se sa minga fu un successo notevole. Questo portò a numerose repliche in altri teatri della città, oltre che alla necessità di frequenti aggiornamenti di copione sui fatti del giorno che potevano essere oggetto d’ironia.

Due anni dopo Scalvini e Gomes fecero nuovamente coppia in Nella luna, messa in scena al Teatro Carcano, sempre con successo.

Eppure Gomes quasi sminuiva questi traguardi, perché il suo desiderio era scrivere un’opera lirica. Cosa che effettivamente fece: la sua Guarany fu accolta in modo trionfale al suo debutto alla Scala, nel 1870, e aprì un nuovo capitolo nella vita dell’autore brasiliano “prestato” all’Italia e alla rivista3Falconi, Dino e Frattini, Angelo, Guida alla Rivista e all’operetta, Milano, Academia Casa editrice, 1953, p. 120.

Tornando al Teatro Fossati, nel 1904 la sua  gestione passò alla Società Suvini – Zerboni che aggiunse al cartellone anche le operette e qualche rivista4Manzella, Domenico e Pozzi, Emilio, I teatri di Milano, Milano, Mursia, 1971, p. 107.

Arriva il cinema

Nel 1925 venne trasformato in cinema, con film e avanspettacolo5I pochi documenti dell’epoca riportano i nomi di compagnie minori, ma in alcuni casi non vengono neppure citate, lasciando sulle locandine un generico “spettacolo di varietà”..

Definitivamente convertito in solo cinema nei primi ’50, venne chiuso nei ’70.

Una nuova vita grazie al Piccolo

Nel 1986 è diventato Piccolo Teatro Studio, ovvero lo spazio dedicato agli allievi della Scuola di Teatro del Piccolo.


 

Note

Note
1 Canella, Guido, Il sistema teatrale a Milano, Bari, Dedalo, 1966, p. 75
2 Pretini, Giancarlo, Spettacolo leggero: dal music-hall, al varietà, alla rivista, al musical, Udine, Trapezio libri, 1997, p. 106
3 Falconi, Dino e Frattini, Angelo, Guida alla Rivista e all’operetta, Milano, Academia Casa editrice, 1953, p. 120
4 Manzella, Domenico e Pozzi, Emilio, I teatri di Milano, Milano, Mursia, 1971, p. 107
5 I pochi documenti dell’epoca riportano i nomi di compagnie minori, ma in alcuni casi non vengono neppure citate, lasciando sulle locandine un generico “spettacolo di varietà”.